24.11.05

Chi consiglia i consiglieri?

Cara Adele, leggo sempre con piacere la tua rubrica.
Sei così arguta ed affilata nei consigli che stamattina, mentre facevo la cacca, mi è venuto uno di quei dubbi che solo in certe situazioni di pura concentrazione possono affliggere la mente: ma tu, cara Adele, quando hai dei problemi di cuore ti scrivi da sola?
Perché è ben difficile trovare una donna saggia come te nel risolvere certe questioni spinose e i maschietti (non me ne vogliano!) sono diventati così complessi e complessati che non è affatto intuibile come farli felici, e come appagare i propri desideri di cuore.

Insomma, tu, cara Adele, a chi ti affidi? Hai uno spirito guida che ti manda mail dal cielo, un blog dedicato a chi, come te, ha scelto la via di aiutare gli altri o sei così brava per intuito e vocazione?
Chi consiglia i consiglieri?


Panzallaria


Cara Panzallaria,
nelle rarerrime occasioni in cui Adele abbisogna di consiglio la procedura è lievemente complessa.
La richiesta viene infatti sottoposta a un comitato scientifico composto da tre esperte di fama internazionale che si incarica di esaminarlo, valutarne i diversi aspetti e arrivare quindi a un responso.
Il comitato può, a seconda della gravità del caso, adottare una risoluzione all'unanimità oppure procedere lasciando autonomia ai suoi componenti. In ogni caso le risoluzioni non hanno natura vincolante ma è facoltà delle esperte esercitare pressioni affinché siano adottate da Adele.
Il comitato scientifico si riunisce in ogni caso mensilmente in varie località per valutare l'andamento dei progetti in corso, deliberare eventuali procedure straordinarie e proporre manovre correttive ove necessario.
In queste sedi vengono anche condivise le pubblicazioni di altri autori o delle esperte stesse su argomenti affini.
I lavori del comitato possono essere particolarmente impegnativi, perciò è buona cura dell'organizzazione provvedere alle facilities indisipensabili (divano/sedie comode, alcol, tabacco).
Fin'ora questa procedura ha regalato ottimi risultati

14.11.05

Design demosadico

Cara Adele,sono una persona come tante e capita che anch'io mi ponga i grandi quesiti della vita.Chi siamo da dove veniamo e roba del genere. Tranquilla, me la smazzo da sola :-), ci sto già lavorando. La domanda a cui non riesco a venire a capo è questa: ma perché quando compri un mobile dell'Ikea non riesci mai a montarlo senza bestemmiare in 7 lingue e ripassare dal negozio tre volte a recuperare i pezzi mancanti?? E questo sarebbe design democratico? Ma chiamatelo design sadico che siete più onesti!Ok, forse spenderò poco per la libreria, ma chi mi paga la beauty farm per recuperare dallo stress da montaggio?

TuaBilly74

Cara Billy,
per rispondere alla tua domanda devo fare un breve ma significativo excursus sulla fondazione dell'Ikea.
Come è noto il signor Ingvar Kamprad, oggi uno degli uomini più ricchi del pianeta, ha costruito la sua fortuna grazie alla creazione dei grandi magazzini del mobile più famosi del mondo.

Quella che forse non tutti conoscono è la storia di Sven Kamprad, il fratellino di Ingvar nonché vero artefice del design demosadico.
Prima di approdare al truciolato il giovane Sven conduceva la classica vita dello svedese ricco: saune, pesca a mani nude di salmoni già affumicati e frequenti vacanze in paesi dal clima mite e la popolazione socievole.
Durante un suo soggiorno in Italia Sven conobbe e si invaghì di tale Mariù, procace ma apparentemente riservata bellezza romagnola. Dopo un'intensa stagione di corteggiamento Mariù concesse infine le sue grazie allo svedese, tentata secondo i maligni dall'ingente fortuna di questi. Accecato dal sentimento Sven promise a Mariù di sostenere la bottega del padre di lei, un umile carpentiere di Forlì, salvandola dal fallimento.
Certo, quando venne a scoprire che la sua bella era nota in paese come "Samantha labbra bollenti", il giovane svedese iniziò a nutrire qualche dubbio, ma fu soltanto dopo che ebbe staccato un sostanzioso assegno per il padre che la terribile verità gli comparve dinanzi agli occhi. Precisamente, nelle persone dei numerosi "cugini" di Mariù/Samantha che come si scoprì, nutrivano un affetto molto ma molto fisico per la loro parente.
Del resto Mariù, stanca della vita di provincia, impacchettò ben presto i miliardi di Sven e fuggì in Brianza per assaporare la dorata vita del jet set in compagnia di un montatore di mobili di Osnago.

Amareggiato e adirato, Sven tornò in patria dove il suo risentimento prese la forma di un diabolico progetto: battere la concorrenza brianzola e creare una sofisticato sistema per indurre una profonda sofferenza fisica e psicologica in tutti coloro che acquistano un mobile.
La famiglia, preoccupata, lo fece internare in una gradevole struttura di assistenza psichiatrica ma utilizzò i suoi progetti per dare vita all'Ikea.

Ecco la ragione oscura che spiega istruzioni lacunose, vite sfilettate, pezzi scomparsi, librerie pericolanti!
Non a caso in Svezia è ormai invalsa l'abitudine di bestemmiare il nome di Mariù invece di quello della Madonna...