26.9.06

Campagna rifiuti

Cara Adele, la tua rubrica mi piace così tanto, che quasi mi dispiace perchè a volte non ho problemi, o almeno uno pronto da esporti... (e già questo potrebbe essere quello di cui parlare). Comunque sia, visto che oggi sto particolarmente scocciata per i cumuli di spazzatuura che la gente butta a terra, ti chiederò un consiglio proprio su questo.

Qui, a Napoli, non tutti, ma molti, grandi e piccini lanciano la spazzatura dall'alto, a volte anche non dall'alto, comunque sia per terra. Di sicuro il metodo privilegiato è dalla finestra, anche se sanno che i ltutto andrà a finire nel terrazzo del vicino o nel giardino dell'asilo dove mandano i loro piccoli.
Per esempio: Serena, la signora che abita sotto casa mia, butta i capelli quando pulisce la spazzola, l'acqua del condizionatore e i mozziconi tutto rigorosamente dalla finestra di un appartamento al primo piano.
Un giorno le chiesi con molta gentilezza di risparmiare noi passanti almeno dai corpi incandescenti che incendiano le mie maglie sintetiche, ma lei con altrettanta serietà mi rispose che è più forte di lei, che non si gode la sigaretta se non la butta fuori dalla finestra del bagno...
Nello stesso palazzo, qualcuno non identificato completa i suoi rapporti sessuali gettando fuori dalla finestra preservativi usati. Molte mamme, la domenica pomeriggio portano i bimbi ai giardinetti e comprano loro patatine e gelati, mai un rimprovero contro i pargoli che buttano tutto sui prati (dove io non posso passare con il cane perchè sporco) ceffoni a raffica, se i pargoli si sporcano i vestiti, costringendole all'ennesima seduta di lavaggio e stiraggio.

Ultima visione angosciante e incomprensibile:i bidelli della scuola affianco al mio ufficio se ci sono computer, tavoli, sedie, toner e quant'altro da eliminare si recano sulla strada soprelevata fuorialla scuola e buttano tutto da li.....i cassonetti di fronte vengono ignorati completamente.

C'è qualcosa in me di anomalo? Dovrei parlare conqueste persone, cercare di capirle e avvicinarmi alloro modo di pensare o mi consigli di andare per la mia strada e continuare imperterrita in una solitaria e anonima raccolta differenziata?
Ti prego di aiutarmi, quando esco a buttarel'immondizia mi sento un'idiota.
Grazie Adelina


Cara Adelina, la tua lettera è così compita che dubito della sua veridicità, il che diciamolo sarebbe un vero scandalo in un blog che si fregia di riportare solo testimonianze di provata autenticità.

Ma non concederti il beneficio del dubbio sarebbe davvero contrario alla mia politica ed è per questo che cercherò di risponderti.

Sono d'accordo con te: queste pratiche non hanno ormai più nessuna giustificazione e vanno stigmatizzate.
Ora, comprenderai anche tu che le parole in questi casi possono poco e che anche l'adozione di un comportamento confidando che sia assunto come modello, ha i suoi limiti.

Ti suggerisco quindi un'iniziativa popolare che saprà coinvolgere i tuoi concittadini sul tema del riclaggio.
Chiedi l'autorizzazione per poter occupare un cortile e organizza una grande giornata di smaltimento fidanzati.
In questa occsione ogni donna potrà portare il proprio partner nella provvisoria discarica e assicurarsi di liberarsene in un luogo protetto.
Simpatici addetti, che recluterai tra i tuoi amici, spiegheranno agli smaltiti che non sono più graditi nella vita delle rispettive fanciulle.
Dopo una breve rieducazione però, i fidanzati verrano rimessi in pista e potranno essere scelti da tutte le donne presenti come nuovi partner.

Il tutto senza produrre scorie nocive per l'ambiente!

Sono sicura che se adotterai questo piccolo stratagemma la tua campagna avrà un grande successo!

5.9.06

Pedagogia animale

Adorabile Adele,
ho letto questo articolo sul Corriere (n.d.A. una giornalista ha adattato al compagno i trucchi usati per ammaestrare animali selvaggi) e stavo pensando di fare la stessa cosa col mio fidanzato, ma temo che nulla potrà mai essere efficace per fargli rialzare la tavoletta del bagno.
Hai magari dei suggerimenti integrativi da elargire a noi imitatrici di questa interessante teoria educativa?

Flipper '74


Carissima Flipper, innanzitutto mi scuso per il ritardo con cui rispondo alla tua letterina.
Mi duole dirti che non condivido affatto l'entusiasmo della sperimentatrice per questo nuovo metodo.
Capisco che in alcuni casi specifici, come il suo, possa anche funzionare.
Ma siamo... seri! Non si può pretendere di applicare una tecnica formativa saltando da una specie all'altra senza tener conto delle differenze!
Il delfino è uno dei mammiferi più evoluti, dispone di sensi estremamente affinati e di un'intelligenza molto sviluppata.
Capisci che per applicare il metodo di addestramento delfinesco al tuo compagno dovresti prima portarlo a un pari livello, e non posso illuderti che sia una cosa facile.
Però dopo questo articolo se proprio ti prende un accesso di rabbia puoi provare ad accecarlo con la scusa di vedere se sviluppa un sonar!

4.9.06

Di scatole e traslochi

Cara Adele,
reduce dall'esperienza devastante nota con il nome di "trasloco" mi ritrovo a riflettere su un paio di aspetti che mi paiono tutt'altro che chiari.

Quando le cose sono sparse per casa sembrano due in croce: libri che riempiono appena una libreria, vestiti che occupano la metà dell'armadio, oggetti vari in giro per casa, persi nel vuoto dell'appartamento. Poi quando vengono imbalate queste cose occupano uno spazio non inferiore al reparto ortofrutta di un Carrefour qualsiasi. Perché?

E poi, e qui si tocca il tasto più dolente, com'è possibile che al momento di inscatolare si ha il controllo della situazione, si sa cosa è dove. Poi una volta tutto imballato e spedito ci si accorge di aver perso decine di oggetti, finiti probabilmente in una dimensione parallela, visto che l'appartamento era completamente vuoto alla nostra partenza ma gli oggetti non sono più nelle scatole nel momento in cui si spacchetta tutto. Dove vanno a finire questi oggetti? Esiste un ufficio apposito a cui rivolgersi? Se sì, dove?

Scatola '78


Cara Scatola,
i problemi che poni sono di una certa gravità e mi riportano in mente un caso sollevato in passato da Blue Velvet, a cui a suo tempo risposi illustrando la teoria del calzino scomparso a cui ti rimando come utile riferimento.

In questo caso mi trovo però costretta a svelare una delle pagine più inquietanti della nostra storia.
Nel lontano 1789, diciamo verso luglio, alcuni membri dell'aristocrazia francese sentirono improvvisamente una gran voglia di farsi un lungo periodo di residenza all'estero. Trovatisi in molti a condividere lo stesso proposito ebbero, come puoi immaginare, un forte impatto sulle ditte di tralsochi dell'epoca. Queste dovettero in breve tempo escogitare un modo rapido ed efficiente di trasportare grandi quantità di beni da un punto A a un punto B. Conta che all'epoca tra vestiti, corsetti e cappelliere la faccenda era ancora più complicata!

Gli abili traslocatori francesi si affidarono a un antico papiro babilonese (perché gli egiziani gli stavano un po' sulle palle per una faccenda di gatti e vasi che non sto a raccontarti) che spiegava come produrre una fessura spazio-temporale idonea per un sicuro trasporto.

Quello che i traslocatori non sapevano era che l'accesso così creato non si sarebbe mai più chiuso! (qualcuno vide un egiziano razzolare vicino al papiro ma sono solo illazioni).

Ordunque, da allora in poi ogni trasloco produce una significativa vibrazione nella fessura cosmica che "ingoia" parte dei beni trasportati, dovunque essi si collochino.

Mi dispiace doverti dire che non esiste nessun ufficio apposito per risolvere il problema. cioè, ci sarebbe uno sportello, ma sai, è gestito da egiziani...