Cara Adele, ho una questione di lavoro che mi sta levando la gioia dal cuore. Pensavo che il mobbing fosse la cosa peggiore che ti potessi aspettare da tuoi capi... ma ho scoperto che non è così. I miei non mi trattanto neanche tanto male, certo ogni tanto abbaiano ma la cosa non mi disturba più di tanto.
Il vero problema è che non li stimo minimamente!!Mi sembra di lavorare per dei personaggi dei cartoni animati, ma di quelli un po' sfigati! Ascolto quello che
dicono, il modo in cui scherzano tra loro e dirigono la baracca e penso: "ma come è possibile che li paghino pure?". Capisci che in queste condizioni diventa difficile fare il mio lavoro. Quando mi parlano mi faccio venire un sorriso stile paresi e li assecondo per non scoppiare in una risata incontrollata o non sospirare di disperazione, a seconda dell'enormità della stronzata detta. Aiutami tuuuuuuuu
Vessato'68
Caro Vessato, innanzitutto complimenti per la scelta della firma, immagino che tu svolga un lavoro altamente creativo eh ; -)?
Come forse saprai le menti migliori del nostro pianeta sono riunite in assemblea permanente per risolvere la drammatica questione: si diventa capi perché si è cretini o si è cretini perché si è diventati capi? Qual è il sottile confine che separa la spensierata goliardia e la capcità di escogitare soluzioni creative dalla semplice demenza?
Avendo frequentato un seminario all'Università di Heidelberg proprio su questo tema, ti posso dare uno scampolo di risposta in linea con le intuizioni più accreditate: in alcuni ambiti si può accedere alle stanze dei bottoni solo a patto di rinunciare a una certa quantità di neuroni e di particelle morali, che variano a seconda del contratto. La questione se si tratti di vere e proprie rinunce o piuttosto di benefits è tutt'ora dibattuta, ti farò sapere.
Hai due possibilità: diventare anche tu un capo o vivere con serenità la tua condizione di operativo (in questo caso ti posso suggerire alcune sostanze psicotrope che ti aiuteranno a fare un'esistenza quasi normale)
3 commenti:
mi vengono in mente tutti i racconti che fa sempre Valeh sul suo lavoro (lavora in un'agenzia interinale), su chi cerca lavoro e su chi lo offre... ci sarebbe da morire dal ridere, se non fossero tutte situazioni tragicamente vere... :-(
e poi magari chi veramente se lo merita, il lavoro, deve impazzire per trovarlo... triste!
Direi che Valeh deve ASSOLUTAMENTE scrivere ad Adele :-))
L'ironia è l'unica cosa che ci può salvare. Oltre allo shopping, naturalmente
io una soluzione l'ho trovata per non sottomettermi alle follie del mio capo: ho fatto in modo di farlo innamorare di me e ora è lui che è sottomesso; ieri mi ha anche dato un permesso shopping per l'invidia di tutte le colleghe.
Il mondo del lavoro è una giungla, ma io così ho trovato il mio Tarzan!
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