Cara Adele,
questa mail è molto particolare. Ti scrivo infatti da una casa circondariale, in regime di limitazione della mia libertà personale. Il motivo per cui ti scrivo è legato a un evento, tristemente noto in Italia, che ha coinvolto me e una persona a cui tengo tanto, di cui indicherò solo le iniziali (L. E.).La gente non capisce, Adele. Siamo stati trovati insieme, io e L., in condizioni particolari, e subito sono formulati giudizi che mi fanno soffrire terribilmente.
Gente che diceva: "Ma come, il nipote di G. A., proprietario della F. e padrone di mezza Italia, che viene trovato così?? E con quella/o lì, poi!" (che sarei io, ovviamente).
La gente non capisce il nostro amore, e temo di perdere L. per questo. Cosa devo fare, Adele? Cercare di dimenticarlo?
Patrizia '65
Cara Patrizia,
ti sono vicina in questo tuo momento di dolore. Ignoro i fatti a cui ti riferisci (sai, mi piace interessarmi anche dei piccoli fatti di cronaca come il terremoto pakistano, la riforma della legge elettorale, i kamikaze iracheni e a volte tutto ciò mi distrae dai fatti importanti) ma non ci va un genio per capire al volo che la tua situazione è insopportabilmente ingiusta.
L'amore non dovrebbe conoscere vergogna, nè pregiudizio, nè condanna, nè calzini bianchi con la riga.
Questo sentimento che ti lega a L. non può essere sporcato dalle dicerie della gente. Se ne dubiti, fai danno a te e al tuo amato che, sono sicura, in questo momento ti sta pensando tanto.
Il mio consiglio è di stringerti agli affetti più cari e solidi come la famiglia (la sua), concentrarti sulla tua vita e dare il meglio di te al lavoro, anche lì dove sei.
Tutto questo saprà darti la forza di superare il brutto momento e, a tempo debito e pena scontata, tornare insieme al tuo amore.
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